La Marianne e la sua storia

FRANCIA & TERRITORI D’OLTREMARE
Viaggio tra suggestivi borghi medievali, imponenti castelli nobiliari, dolci e armoniose colline,
possenti ed emozionanti montagne, vivaci spiagge piene di glamour e incantevoli città
rinascimentali
. E se non bastasse … ecco ancora vulcani attivi, spiagge bianche e tutto il fascino
coloniale dei possedimenti d’Oltremare!

La Marianne e la sua storia
La presenza umana sul territorio dell'attuale Francia risale al Paleolitico inferiore. Venuti dall'Europa
Centrale nel 900 a.c. alla ricerca di nuove terre, i Celti occupano tutto l'occidente europeo.
Conquistatori selvaggi, si spinsero verso il sud delle isole iberiche, imponendo il loro dominio agli
altri popoli e mescolandosi a loro. La fusione tra celti e romani origina il popolo dei Galli che
invade e conquista un vasto territorio compreso tra il corso del fiume Reno, le Alpi, i Pirenei, il
Mediterraneo e l'Atlantico, diviso in una sessantina di piccoli stati indipendenti. Lo spirito bellico e
conquistatore dei Galli li spinge fino alla conquista di Roma. La conquista della Gallia meridionale
iniziò attorno al 125 - 121 a.C. con l'occupazione di tutta la fascia mediterranea fra le Alpi Liguri e
l'Hispania costituita successivamente in Provincia con capitale Narbona (fondata nel 118 a.C.). Il
dominio romano sulla regione poté dirsi compiuto solo nel 58-51 a.C. grazie alle campagne di
Giulio Cesare, che sconfisse le tribù celtiche in Gallia e nelle Isole britanniche e descrisse le sue
esperienze nel De bello Gallico. I vari gruppi di Galli da questo momento faranno riferimento a un
solo imperatore, appunto Cesare: dopo essere stato sottoposto alla crescente pressione da parte
delle tribù germaniche a partire dalla metà del III secolo, il dominio romano in Gallia iniziò
comunque a crollare nel 406, quando un'orda di Vandali, Alani e Suebi, attraversò il Reno,
occupando gran parte della Gallia. Il potere romano sulla regione ebbe definitivamente termine con
la sconfitta del governatore Siagrio da parte dei Franchi nel 486. Dopo la caduta dell'impero
romano, la Gallia fu occupata da varie popolazioni germaniche: gli Alemanni a nord, i Burgundi nel
sud-est (da cui deriva il nome della regione della Borgogna) e soprattutto i già citati Franchi che
presero il sopravvento sulle altre popolazioni del Paese e espansero ulteriormente i loro domini.
Gran parte delle regioni che costituiscono l'attuale Francia furono unite sotto Clodoveo (dinastia
merovingia), nel 507.

A partire dalla metà del VIII secolo Pipino il Breve, divenne il primo re dei Franchi non merovingio.
Alla morte di Pipino il regno fu diviso Carlo Magno e suo fratello Carlomanno. Quando nel 771
Carlomanno morì, Carlo Magno inizia a esercitare in pieno i suoi poteri, e diventa l'unico sovrano
del Regno Unito dei Franchi. Dal padre oltre al regno e al rapporto di fiducia con il Papa ereditò
anche la questione italiana che Carlo Magno seppe risolvere meglio di quanto non avesse fatto
Pipino, che non schiacciò mai Astolfo, ma si limitò a controllare che le cose in Italia non
degenerassero, contenendo le azioni del re longobardo e rimanendo in ogni modo subordinato al
Papa. Come i suoi predecessori Carlo Magno s'impegnò militarmente per contrastare chi si
opponeva al suo potere che cresceva di giorno in giorno. Le campagne militari che intraprese
furono molte, circa sessanta, tutte tese ad aumentare il dominio in Europa per l'Impero e per la
Chiesa. Dopo la morte del figlio di Carlo Magno, Ludovico il Pio, l'autorità centrale crollò
rapidamente. Con il giuramento di Strasburgo dell'842 (spesso presentato come l'atto fondatore
della Francia) e la spartizione di Verdun dell'843 l'impero verrà diviso in tre parti: la Francia
orientalis (a est), la Francia occidentalis (a ovest), e fra le due l'effimero regno di Lotario I.

I discendenti di Carlo Magno - i Carolingi - mantennero una simbolica influenza sui territori che
grosso modo corrispondono alla Francia fino al 987, quando Ugo Capeto, iniziatore della dinastia
dei Capetingi, duca di Francia e conte di Parigi, venne incoronato re. I suoi discendenti governarono
fino al 1792, quando, con la rivoluzione Francese, il Paese si diede una forma di governo
repubblicana, deponendo Luigi XVI. I primi re della dinastia estesero progressivamente il dominio
reale, rafforzare il regno franco malgrado l'opposizione dei Plantageneti, che si materializzò con la
guerra dei cent'anni. Fu solo verso la fine del XII secolo, con Filippo Augusto, che l'autorità dei re
franchi riuscì ad estendersi, per la terza volta in un millennio, dai Pirenei al canale della Manica. E fu
in questo momento che s’iniziò a utilizzare il termine regno di Francia, che acquisisce un peso
paragonabile a quella d'Inghilterra o del Sacro Romano Impero. Gli ultimi secoli del Medioevo,
segnato dalla crisi della guerra dei cent'anni e dalla peste nera, in ultima analisi, rafforzarono
l'autorità reale, che diventò innegabile nel XV secolo, con Luigi XI.

La dinastia capetingia si esaurì agli inizi del XV secolo mentre la Francia continuava a combattere
con l'Inghilterra nella guerra dei Cent'anni (1337-1453), durante la quale una giovane diciassettenne
chiamata Giovanna d'Arco guidò le truppe francesi e sconfisse gli Inglesi presso Orléans (1429). La
sfortunata ragazza, catturata dai borgognoni e venduta agli inglesi, fu accusata di eresia e arsa al
rogo a Rouen. Nel 1453 gli inglesi erano stati espulsi dal territorio francese e controllavano solo
Calais. La persecuzione politica e religiosa che culminò nelle guerre di religione (1562-98) continuò a
minacciare la stabilità della Francia nel XVI secolo. Nel 1572 circa 3000 protestanti ugonotti furono
massacrati a Parigi nella notte di San Bartolomeo. Agli ugonotti furono in seguito concessi diritti
religiosi, politici e civili. Nel 1589, alla morte di Enrico III, ucciso da un frate domenicano, Enrico di
Borbone, re di Navarra, discendente di Luigi IX e capo della fazione degli ugonotti, divenne il
legittimo erede al trono. Enrico di Navarra assunse il titolo di Enrico IV di Francia, ma la sua
legittimità fu riconosciuta dalla Lega cattolica e dall'alleato spagnolo di questa, pretendente al trono
francese, solo nel 1593, quando egli si convertì pubblicamente al cattolicesimo. L'anno seguente fu
incoronato nella Cattedrale di Chartres: la dinastia dei Borbone saliva così al trono.

All'inizio del XVII secolo il paese era in mano al famoso cardinale Richelieu, che si adoperò per
istituire una monarchia assoluta e per rafforzare il potere francese in Europa. Luigi XIV, il Re Sole,
salì sul trono nel 1643 alla tenera età di 5 anni e vi restò fino al 1715. Nel corso del suo lunghissimo
regno egli perseguitò la minoranza protestante (revocandone in seguito i diritti), limitò i poteri della
litigiosa aristocrazia e creò il primo stato francese centralizzato. Durante il XVIII secolo l'ancien
régime (il vecchio ordine) diventò pericolosamente anacronistico rispetto ai bisogni sociali ed
economici del paese. Il regime fu ulteriormente indebolito dalle idee antiautoritarie e anticlericali
dell'Illuminismo. Disastroso per le casse dello stato fu poi il coinvolgimento della Francia nella
guerra dei Sette anni (1756-63) e nella guerra d'indipendenza americana (1776-83), grazie alla quale
si diffusero anche in Francia idee democratiche radicali. Le difficoltà finanziarie, il rifiuto alle riforme
e l'impazienza del popolo portarono alla rivoluzione francese, dal 1789 al 1799. Questo episodio,
pietra miliare nella costruzione della storia nazionale francese, vide sorgere la Dichiarazione dei
diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 e la promozione degli ideali di libertà, di uguaglianza e
fraternità. Rappresentata come una giovane donna dal cappello frigio, la Marianne personifica la
Repubblica francese e rappresenta i valori della Repubblica stessa. La prima rappresentazione di
quella che successivamente sarà identificata con la Marianne è nel quadro "La Libertà che guida il
popolo" di De Lacroix. Riprodotta nel logo della Repubblica francese, su monete e francobolli, in
busti di marmo nei comuni francesi, è la rappresentazione simbolica della madre patria coraggiosa,
nutrice e protettrice, forte nella guerra e nella pace. Il 14 luglio 1789 la folla parigina attaccò Les
Invalides, prese le armi e assaltò la prigione della Bastiglia, simbolo del dispotismo dell'ancien
régime. In un primo momento la rivoluzione fu gestita da figure relativamente moderate, dalle quali
successivamente emersero i radicali giacobini guidati da Robespierre, Danton e Marat. Essi istituirono
la Prima Repubblica nel 1792, mantenendo un controllo dittatoriale sul paese durante il periodo del
Terrore (1793-94), caratterizzato da esecuzioni di massa, revoca delle libertà religiose e chiusura
delle chiese.

Nel 1799, Napoleone Bonaparte prese il potere, iniziando così una infinita serie di guerre grazie alle
quali la Francia arrivò a controllare gran parte dell'Europa, facendolo prima come Primo Console,
poi come imperatore (1804). Le sue armate combatterono e vinsero nei grandi teatri di guerra
europei, assoggettando ampi territori e interi Stati e fondando nuovi regni, alcuni dei quali
governati dai familiari di Napoleone. Infine una disastrosa campagna in Russia nel 1812 portò alla
caduta di Napoleone e al suo esilio all'Isola d'Elba. A seguito della sua sconfitta nel 1815, la
monarchia venne restaurata in Francia, per essere successivamente abolita legislativamente e
sostituita dalla Seconda Repubblica francese. La riassunzione, dopo la fuga dall'isola d’Elba, del titolo
d’imperatore durò appena 100 giorni, prima che l'esercito francese fosse sconfitto dagli inglesi a
Waterloo. Esiliato nella remota Isola di Sant'Elena, nell'Atlantico meridionale, Napoleone vi morì
nel 1821. Nonostante le sue tendenze reazionarie, Napoleone è ricordato come grande eroe non
tanto per le sue abilità militari quanto per l'aver conservato l'essenza dei cambiamenti apportati
dalla rivoluzione e aver promulgato il Codice Civile (il Codice Napoleonico) che costituisce tuttora
la base del sistema legale francese. Il 2 dicembre 1851 il Presidente della Repubblica, Luigi
Napoleone Bonaparte
, nipote di Napoleone, organizzò un colpo di stato. "La Marianne" era anche
il nome di una società segreta sorta nella provincia francese dopo il colpo di stato di Napoleone III.
Il 4 gennaio 1852 fu proclamato imperatore con il nome di Napoleone III. Moriva la Seconda
Repubblica francese, e nasceva il Secondo Impero. Nel corso del XIX secolo la storia della Francia fu
caratterizzata dall'alternanza tra monarchia e repubblica sino alla nascita della Terza Repubblica
(1870), che impose in maniera definitiva la tradizione repubblicana nel paese.

La guerra franco-prussiana del 1870 portò alla caduta del Secondo Impero e al ritorno della
Repubblica. Sotto la Terza Repubblica la Francia estende il proprio impero coloniale, la cui
conquista era iniziato sotto la monarchia del XIX secolo (Africa Occidentale Francese, Marocco,
Tunisia, Madagascar, Indocina). Il coinvolgimento della Francia nella prima guerra mondiale fu
pagato a caro prezzo: oltre un milione di soldati furono uccisi, ampie zone del paese furono
devastate, la produzione industriale crollò e il valore del franco si ridusse considerevolmente, la
Francia visse un periodo di crisi economica e politica negli anni trenta. La seconda guerra mondiale
ebbe conseguenze altrettanto devastanti: la Francia capitolò e fu divisa in due zone, una occupata
direttamente dai nazisti e l'altra affidata al governo collaborazionista di Vichy. Il generale Charles de
Gaulle
, sottosegretario di guerra francese, costituì un governo in esilio a Londra e organizzò una
forza di resistenza clandestina per continuare a combattere i tedeschi. La Francia fu liberata dalle
forze alleate nell'agosto del 1944. De Gaulle ritornò a Parigi e formò un governo provvisorio, ma si
dimise dalla carica di presidente nel 1946, prima della nascita della Quarta Repubblica. Grazie ai
massicci aiuti americani, la Francia rafforzò il proprio dominio coloniale in Indocina, ma le forze
transalpine furono sconfitte dalle truppe di Ho Chi Minh a Dien Bien Phu nel 1954. La Francia cercò
anche di soffocare l'indipendenza algerina, che sancì inoltre la fine della Quarta Repubblica e la
nascita della Quinta Repubblica, con il ritorno al potere di de Gaulle nel 1958. Questi negoziò la
fine della guerra in Algeria quattro anni più tardi; nel frattempo quasi tutte le altre colonie e
protettorati francesi in Africa avevano richiesto e ottenuto l'indipendenza. Nel maggio del 1968 gli
studenti in protesta e gli operai in sciopero sorpresero il mondo intero (e forse anche se stessi)
bloccando le attività del paese. Quando ormai la Francia sembrava sull'orlo della rivoluzione e la
Quinta Repubblica sul punto di essere rovesciata, il governo varò una piattaforma di importanti
cambiamenti, tra cui la riforma del sistema di istruzione secondaria, che fu decentralizzato, e si tornò
alla stabilità. De Gaulle si dimise da presidente l'anno successivo.

Dal 1981 al 1995 il capo di stato francese fu il tenace François Mitterrand, il cui socialismo fu
mitigato dalla forzata coabitazione con una camera bassa dominata dai partiti di destra, tra cui il
Rassemblement pour la Republique (RPR; Unione per la Repubblica), guidato dal primo ministro
Jacques Chirac. Chirac fu a sua volta eletto presidente nel maggio del 1995, superando gli ormai
demoralizzati socialisti e il Front National (FN), un partito di estrema destra guidato da Jean - Marie
Le Pen. A partire dal luglio 1995, una serie di attentati dinamitardi a Parigi e a Lione, rivendicati da
terroristi contrari al sostegno francese al governo algerino, contribuirono a rafforzare il sentimento
xenofobo in Francia e a fornire una falsa legittimità alle odiose idee razziste dell'FN. Una volta
diventato presidente, Chirac inizialmente ricevette ampi consensi per la posizione assunta nei
confronti dell'Unione Europea, da lui fortemente sostenuta, e della guerra nella ex Jugoslavia. La sua
decisione di condurre test nucleari nell'isola polinesiana di Mururoa e in un atollo vicino alla fine del
1995 fu accolta con sdegno in Francia e all'estero. I test, che Chirac assicurò essere "gli ultimi",
sortirono un effetto negativo sulle relazioni diplomatiche della Francia con i paesi della fascia
pacifica. Le colonie francesi del Pacifico e dei Caraibi aumentarono le loro proteste per ottenere
l'indipendenza e Tahiti fu luogo di forti rivendicazioni. Sul fronte interno, le mosse di Chirac per
ridurre il welfare portarono alle più violente proteste popolari dal 1968. Per tre settimane alla fine
del 1995 Parigi fu travagliata da scioperi nel settore pubblico, che indebolirono l'economia facendo
aumentare l'incertezza sull'ingresso della Francia nell'Unione Monetaria Europea. All'inizio del 1997
Chirac indisse improvvisamente le elezioni parlamentari anticipate, con la scusa di ottenere un
mandato per compiere l'ultimo passo verso l'unione monetaria europea. Tuttavia non fece i conti
con l'incostanza del popolo francese e l'RPR perse consensi mentre saliva al potere una coalizione
formata da socialisti, comunisti e verdi. Chirac rimase il presidente ma primo ministro divenne il
socialista Lionel Jospin. Nel 1999 le truppe francesi furono impegnate nella crisi in Kosovo. Nel 2001
la Francia contribuì a far cadere il regime talebano in Afghanistan, prendendo parte alla guerra in
Afghanistan fin dall'inizio partecipando all'Operazione Enduring Freedom e alla missione
International Security Assistance Force; tuttavia si oppose, in maniera assai vivace, all'intervento in
Iraq, sostenendo argomenti che, dopo diversi anni dal rovesciamento del regime di Saddam
Hussein, si sono rivelati realistici e fondati. Jacques Chirac fu rieletto nel 2002, battendo al
ballottaggio il leader del FN Jean - Marie Le Pen. Nel 2005 la Francia fu colpita dalle rivolte delle
banlieue, a seguito della morte d due ragazzi di origine africana. Il 29 maggio 2005, la Francia è
stata chiamata alle urne, per decidere, attraverso un referendum popolare, in merito
all'approvazione della Costituzione europea. Uno dei timori più forti degli europeisti più convinti si
è verificato, dal momento che i francesi hanno respinto la Costituzione. Nel 2007 fu eletto
presidente l'ex ministro dell'interno, e rivale di Chirac, il conservatore Nicolas Sarkozy che ha
sconfitto la socialista Segolene Royale.

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